Evergrande fa tremare l’economia cinese e non solo.

Evergrande, il gigante del mattone cinese fa bancarotta a New York!!

Questi i titoli delle principali testate giornalistiche. Ma Evergrande è veramente fallita? Facciamo chiarezza.

Evergrande ha presentato istanza di protezione dal fallimento presso un tribunale fallimentare di Manhattan, negli Stati Uniti, in quella che si appresta ad essere una delle più grandi ristrutturazioni del debito al mondo, facendo crescere le preoccupazioni per l’aggravarsi della crisi immobiliare in Cina e l’indebolimento dell’economia del Paese.

La società, infatti, crollata sotto il peso di 300 miliardi di dollari di debiti ha chiesto protezione ai sensi del “Chapter 15” (Capitolo 15) del codice fallimentare statunitense, che protegge le società non statunitensi in fase di ristrutturazione del debito da creditori che provano di intentare una causa contro di loro o di vincolare i beni negli Stati Uniti.

In altre parole, una sorta di bancarotta protetta poiché impedisce ai creditori di aggredire, cioè di pignorare, gli asset di proprietà.

Evergrande, un tempo tra i principali costruttori cinesi, è diventato l’emblema della crisi senza precedenti del debito del settore immobiliare, che rappresenta circa un quarto dell’economia cinese, dopo aver già affrontato una crisi di liquidità nel 2021.

Da svariati mesi, il gruppo ha concentrato i suoi sforzi sulla formulazione di un piano di ristrutturazione del debito, il quale prevede una conversione sostanziale del debito stesso in nuove obbligazioni, unitamente a una partecipazione significativa in due controllate, tra cui spicca il settore dei veicoli elettrici.

Stiamo quindi assistendo ad una cartolarizzazione del debito di questo grande colosso immobiliare. Questa pratica di cartolarizzazione del debito non è nuova, infatti fu adottata nel 2007/2008 da aziende USA dando vita alla pesantissima crisi immobiliare statunitense.

Siamo di fronte ad una nuova Lehman Brothers? Gli analisti ovviamente dicono di stare tranquilli e che è tutto circoscritto alla Cina, anche nel 2008 dicevano così e ricordiamo tutti come andò a finire.

Inoltre, la Cina non è mica tanto piccola! Questo potrebbe causare nei prossimi mesi un effetto a catena, o comunque delle turbolenze di mercato.

Attendiamo con curiosità i prossimi sviluppi della vicenda.

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